Stenosi vertebrale: curarla senza bisturi
“Non esiste una netta superiorità della chirurgia rispetto all’esercizio fisico per risolvere i danni arrecati da stenosi vertebrale.” Ad affermarlo è Fabio Zaina fisiatra di ISICO (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale) e autore di uno studio sul tema pubblicato sulla Cochrane Library.

La stenosi vertebrale implica un restringimento del canale vertebrale con conseguente sovrapposizione delle vertebre e compressione dei nervi spinali e del midollo spinale.

È un problema tipico dell’invecchiamento e si manifesta soprattutto dopo i 65 anni di età.

Oltre l’avanzamento dell’età la stenosi vertebrale può essere dovuta a:

  • Predisposizione genetica
  • Osteoporosi
  • Ernia al disco
  • Tumori in prossimità delle vertebre
  • Trauma vertebrale, dovuto ad esempio a sollevamento di grandi pesi

L’uso dei bisturi per trattare la stenosi vertebrale

Fino ad ora i problemi di stenosi vertebrale sono stati per la maggior parte risolti con un intervento chirurgico, noto come “laminectomia”, che prevede la rimozione di una o più lamine vertebrali al fine di ridurre la compressione del midollo spinale.

La laminectomia, seppur un intervento abbastanza sicuro, può comportare delle complicazioni, quali infezioni, osteoporosi, trombosi, patologie cardiovascolari, inoltre in alcuni casi, per assicurare la stabilità delle vertebre sono richiesti più interventi chirurgici. A seconda della gravità del caso, variano i tempi di ripresa dopo l’intervento.

Un recente studio italiano guidato dal fisiatra Zaina, ha escluso l’utilizzo del bisturi per risolvere problemi legati alla stenosi vertebrale.

Secondo i ricercatori una corretta e costante attività fisica può sortire gli stessi effetti della laminectomia.

 

Individuate le specifiche del caso, è compito del fisioterapista definire l’attività ad hoc per ciascun paziente. Si tratta prevalentemente di esercizi di stretching, flessione ed estensione della schiena, mirati a migliorare l’elasticità della colonna vertebrale, che possono essere eseguiti anche autonomamente a casa.

Un trattamento di questo genere risulterebbe di gran lunga meno doloroso e meno invasivo rispetto a quello chirurgico.

A completamento di un esercizio fisico costante, potrebbe essere necessario, a seconda della gravità del caso, l’assunzione di farmaci antinfiammatori e analgesici, oltre che massaggi periodici per facilitare la rimozione della causa della stenosi vertebrale.

I sintomi più comunemente riconducibili a stenosi vertebrale sono:

Difficoltà nel camminare, con tendenza a flettersi avanti

  • Mal di schiena
  • Fitte dolorose nella zona lombare
  • Formicolio alle gambe
  • Dolore ai glutei
  • Difficoltà a mantenere la schiena dritta
  • Zoppia
  • Stanchezza muscolare
  • Mancato controllo di alcuni muscoli volontari
  • Disfunzioni della vescica

Il soggetto affetto da stenosi vertebrale prova sollievo esclusivamente in posizione seduta, a riposo o con flessione dell’arti inferiori. Spesso i sintomi si manifestano lentamente nel tempo, per acutizzarsi solo quando la condizione delle vertebre è già compromessa.

In caso di manifestarsi continuo dei sintomi su citati è bene sottoporsi a una risonanza magnetica e ad esami neurologici, che consentono di localizzare il problema ancora prima del suo acutizzarsi ed individuare nel breve termine una terapia ad hoc.

[Fonte https://www.pazienti.it/blog/stenosi-vertebrale-cure-21032017]