RUNNING: how important are shoes
RUNNING: quanto sono importanti le scarpe
“Correre è bello anzi bellissimo, ma non bisogna farsi del male”
Quando si acquista una scarpa c’è da tener conto di molti fattori, e sopra tutto alle prime armi l’errore è dietro l’angolo.
Logicamente chi fa pista in gara usa chiodate, chi fa trail idem
Per prima cosa bisogna valutare bene alcune caratteristiche personali: peso, velocità nelle varie corse, appoggio, forma e “grossezza” del piede, ed inoltre se ci sono problemi fisici (colonna vertebrale, ginocchia, ecc).
Bisogna scegliere secondo le proprie esigenze personali e le caratteristiche della scarpa: peso, calzata, stabilità, supporto mediale, ammortizzazione, sfregamenti anomali (su malleoli, talloni, pianta, dita, ecc.), e logicamente prima tutto trovare il numero corretto che varia da marca a marca.
Poi ci si mettono le incognite.
Molti “danni” (sopra tutto tendiniti, periostiti, pubalgie) sono causate spesso da modelli di scarpe (anche di marche famose) sia mal riusciti sia che non si adattano al singolo corridore, anche se le caratteristiche iniziali dei due elementi (scarpe e podista) sembrerebbero amalgamati alla perfezione.
LE SCARPE DA CORSA SI SUDDIVIDONO NELLE SEGUENTI CATEGORIE:
A1=SUPERLEGGERE:
sono le scarpe più veloci e più leggere (pesano meno di 250 gr.),ammortizzano
poco e hanno un controllo del movimento quasi nullo. Indicate per atleti leggeri e senza problemi
di appoggio. Sono sconsigliate per chi è su di peso e per chi ha bisogno di sostegno mediale.
A2=INTERMEDIE:
brillanti, più ammortizzate delle A1, di peso compreso tra i 250 e 295, sono la scelta vincente
per gli atleti più forti, per i podisti più pesanti o meno veloci.
A3=MASSIMO AMMORTIZZAMENTO:
per il corridore che non ha particolari problemi di appoggio, il punto di forza di queste scarpe è la
grande capacità di assorbimento all’impatto con il terreno. Il peso è dai 300 gr. a salire.
A4=STABILI:
scarpe studiate per corridori che hanno problemi di eccessiva pronazione (piede verso l’interno
nella fase di appoggio).
A5=TRAIL RUNNING:
indicate per il fuoristrada.
A6=WALKING:
confortevoli, con una buona aderenza, garantito il sostegno e l’ammortizzazione.
A8=CHIODATE E SPECIALISTICHE:
scarpe dedicate ai velocisti,mezzofondisti,saltatori e ai lanciatori.
WJ=JOGGING:
per corsa e tempo libero, costo contenuto e utilizzo saltuario.
W=DONNA:
scarpa specifica per la donna essendo il piede femminile differente da quello maschile.
Come può variare la core stability nel caso di disfunzione podalica.
Scegliere le scarpe per correre – scarpe da running
http://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/scarpe-per-correre-running.html
La scelta della scarpa da running richiede un’accurata conoscenza dei modelli e di tutte le categorie ad oggi in commercio. Sulla scelta incidono maggiormente:
- Eventuali problemi di appoggio del piede; esistono in particolare:
– Soggetti Pronatori (Iperpronatori): con il tallone a terra l’arco mediale è vicino al suolo (le scarpe si consumano maggiormente nel lato interno)
– Soggetti Supinatori (Ipopronatori): con il tallone a terra l’arco mediale viene sollevato dal suolo (le scarpe si consumano maggiormente nel lato esterno)
- Postura
3.Peso
4.Distanza percorsa
5. Velocità di percorrenza - Tipo di Utilizzo (gara o allenamento, pista o asfalto, sterrato…)
Per rispondere a tutte queste variabili, esistono diverse tipologie di scarpe da running, suddivise in macro-categorie per una più facile individuazione. Indipendentemente dalla marca, due scarpe appartenenti alla stessa categoria presentano quindi caratteristiche simili, che le rendono adatte ad una particolare utenza. Ovviamente, all’interno della stessa categoria esistono comunque differenze tra i vari modelli ed una scarpa può quindi risultare più o meno indicata in base a fattori individuali come la morfologia e l’appoggio del piede.
Vediamo nel dettaglio queste categorie di scarpe da running:
A0 = minimaliste
A1 = superleggere
A2 = intermedie
A3 = massimo ammortizzamento (neutre)
A4 = stabili
A5 = trial running (corsa in natura)
A0 = minimaliste Adeguatezza all’uso: acquistando un paio di minimaliste è fondamentale scegliere “la scarpa che piace”! Ovvero: l’atleta non deve dimenticare che questa categoria di scarpe è concepita per esercitazioni rapide, leggere e molto veloci… ma soprattutto… che dal punto di vista osteo-muscolo-articolare, NON siamo tutti uguali! Per questo motivo la A0 deve essere innanzitutto GRADITA, quindi scelta sulla base delle sensazioni che può conferire al podista (da qui la dicitura scarpa che piace)
Adattamento morfologico: è l’arma vincente di questa categoria. La scarpa da running minimalista punta sul comfort della scarpa per riprodurre efficacemente la sensazione di “camminare a piedi nudi” o con il minimo supporto necessario.
Adeguatezza biomeccanica: si tratta di un parametro molto interessante; ricordiamo che le A0 si basano maggiormente sulla cinetica del piede e NON sulla sollecitazione indotta dalla corsa di fondo.
A1 = superleggere Adeguatezza all’uso: per utilizzare queste scarpe è necessario: essere “leggeri sul piede”, correre a ritmi veloci e su superfici regolari, avere strutture osteoarticolari impeccabili e, possibilmente, vantare una “giovane età“! Ricordiamo che l’anzianità anagrafica (e in questo caso anche quella di allenamento) non permette di compensare sufficientemente le frequenti anomalie legate alla corsa.
Adattamento morfologico: sono calzature leggere ed essenziali; è bene cercare modelli che calzino “a pennello” e soprattutto che non creino alcun disagio. Per far ciò è necessario cercare e trovare il modello che possiede un corretto volume interno (soggettivo).
Adeguatezza biomeccanica: non è consentito commettere errori nella scelta. La A1 è talmente semplice che risulta indispensabile cercarla con le caratteristiche di appoggio specifiche della propria tecnica di corsa.
A2 = Intermedie Adeguatezza all’uso: le intermedie sono una categoria un po’ “ambigua”; valutando il peso, l’impostazione e la tecnologia di progettazione, la A2 potrebbe rappresentare una potenziale scarpa “da gara” o addirittura, per i più fortunati (e allenati), anche una calzatura adatta al fondo.
Adattamento morfologico: la varietà di scelta è ampia e le relative proposte uomo/donna consentono a tutti di trovare il modello ideale; anche in questo caso, oltre alla misura, è fondamentale valutare l’intero volume del piede.
Adeguatezza biomeccanica: per le intermedie sono già presenti tecnologie tali da poter compensare i grossi difetti di appoggio: di punta o di tallone, e in pronazione o in supinazione.
A3 = Massimo ammortizzo Adeguatezza all’uso: i modelli di massimo ammortizzo vanno bene a tutti e rappresentano una categoria di calzature tra le più indossate nel pubblico giovanile (anche se non sempre allacciate come si deve!) nella vita quotidiana. Scegliere una A3 non determina difficoltà per la carenza di prodotti sul mercato, al contrario! Per scegliere correttamente è necessario “ragionare con obiettività” circa le proprie performance e le proprie caratteristiche, sia di gara che di allenamento.
Adattamento morfologico: anche da questo punto di vista, la varietà di mercato non dovrebbe rendere la scelta troppo difficile… l’importante è ricordare di prediligere, in ultima analisi, il comfort del piede. Stringatura, pianta, collo e arco plantare dovrebbero essere valutate con maggior cura rispetto al desing ed al colore.
Adeguatezza biomeccanica: le A3 non sono utili alla risoluzione dei problemi di appoggio e sono destinate a soggetti dalla corsa regolare che necessitano un grande potere ammortizzante.
A4 = Stabili Adeguatezza all’uso: le A4 sono modelli confortevoli ma da evitare se non per necessità; utilizzare scarpe stabili in assenza di problemi specifici può creare problemi ai soggetti dalla caviglianormodotata.
Adattamento morfologico: valgono le stesse considerazioni fatte per la categoria A3 con la quale condividono doti di ammortizzo, comfort e peso complessivo.
Adeguatezza biomeccanica: è la caratteristica che le rende speciali. I modelli A4 vanno scelti sulla base di specifiche necessità e non di “semplici sensazioni”; è il caso di particolari forme di appoggio plantare che nulla hanno a che vedere con la semplice usura del battistrada.
Concludendo… e per fare un esempio…
Indipendentemente dal ritmo, nell’allenamento di fondo, un atleta di peso tra i 50 kg e 75 kg con appoggio neutro dovrà scegliere una massimo ammortizzo A3, mentre in gara (eventualmente) si potrà orientare verso delle intermedie o superleggere. Oltre i 75 kg, specie se con velocità di gara piuttosto blande, si presume che il peso sul piede (che correndo si moltiplica x3) determini un appoggio quasi totale della pianta sulla superficie di appoggio; in tal caso, sarebbe auspicabile utilizzare una scarpa stabile A4.
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