Quando “l’angolo di pennazione” aumenta il muscolo diventa disfunzionale
Oltre un certo limite di volume muscolare, i muscoli pennati subiscono un cambiamento dell’angolo di pennazione, che aumenta e diviene sempre più sfavorevole, limitando le possibilità di espressione di forza da parte del muscolo.
Muscoli a fasci paralleli e muscoli pennati
L’orientamento delle fibre muscolari all’interno del muscolo ne determina la forza e l’ampiezza di contrazione. Rispetto al suo asse longitudinale, le cellule possono disporsi in modo parallelo (seguendo il decorso delle fibre tendinee) oppure obliquamente. Tutto ciò, come dicevamo, ha un’enorme importanza nella meccanica muscolare.
Le fibre parallele all’asse longitudinale del ventre muscolare possiedono una lunghezza ad esso simile e permettono al muscolo un maggiore accorciamento, generando, così, un movimento ampio (maggiore escursione articolare) e veloce. I muscoli che le contengono vengono definiti muscoli a “fasci paralleli”.
Le fibre con direzione obliqua hanno invece una lunghezza nettamente inferiore a quella del ventre e possono sviluppare una contrazione altrettanto limitata. I muscoli che le contengono sono definiti a fasci obliqui o pennati (le fibre sono disposte come le barbe di una piuma rispetto al calamo). Anche se la contrazione e limitata, la pennazione permette di compattare un gran numero di fibre in un’area trasversale minore; di conseguenza, il maggior numero di fibre garantisce lo sviluppo di una forza notevole, superiore rispetto a quella generata dai muscoli a fasci paralleli.
La disposizione delle fibre è associata alla funzione del muscolo: i muscoli veloci sono solitamente a fasci paralleli, quelli forti pennati.
Nel corpo umano sono presenti entrambi i tipi di muscolo, ma prevalgono quelli a fasci obliqui. Questi ultimi si possono ulteriormente suddividere in diverse categorie (unipennati o semipennati, bipennati e multi pennati) a seconda delle modalità di attacco sui tendini.
Nei muscoli semipennati l’attacco delle fibre muscolari si ha su due linee di attacco lineari e contrapposte (es. flessore lungo del pollice); nei muscoli bipennati le fibre convergono da due diverse linee di origine sulle due facce di un tendine centrale che entra nel muscolo (es. retto del femore); nei multi o pluripennati, infine, si riconoscono diversi fasci tendinei, con un origine comune, che penetrano nel muscolo e sui quali si inseriscono diversi gruppi di fibre (es. deltoide).
EFFETTO DELL’ANGOLO DI PENNAZIONE SULLO SVILUPPO DELLA FORZA:
Le fibre parallele (muscoli a fasci paralleli) trasmettono tutta la loro capacità contrattile al tendine; quelle pennate, invece, ne trasmettono solo una parte; un angolo di pennazione pari 30°, per esempio, trasmette al tendine circa l’87% della tensione esercitata dalle fibre (cos(30°)=0,866).
L’angolo di pennazione è l’angolo compreso tra l’asse del muscolo e l’asse delle sue fibre.
Anche se comporta una perdita del potere contrattile, la pennazione consente di compattare un gran numero di fibre in un’area trasversa minore e di produrre, così, una forza maggiore.
Oltre un certo limite di volume muscolare, i muscoli pennati subiscono un cambiamento dell’angolo di pennazione, che aumenta e diviene sempre più sfavorevole, limitando le possibilità di espressione di forza da parte del muscolo.
Anche per questo motivo, oltre una certa soglia, la curva di linearità tra aumento di volume del muscolo (ipertrofia) ed aumento di forza perde la costante di progressione. Superata questa soglia l’ipertrofia può comunque aumentare, ma è accompagnata solamente ad un modesto incremento di forza.
I muscoli a fasci paralleli si possono suddividere, sulla base della loro forma macroscopica, in nastriformi, fusiformi, piatti e a ventaglio.
Nei nastriformi, i fascetti, appiattiti e lunghi, rimangono organizzati parallelamente da un’estremità all’altra (es. m. sartorio). Nei fusiformi, invece, i fascetti, lunghi e più voluminosi, si fanno convergenti su un tendine in corrispondenza di una o di entrambe le estremità (es. m. bicipite brachiale); questa particolare disposizione delle fibre, come dice la parola stessa, dona al muscolo una forma affusolata, voluminosa nella parte centrale ed appiattita alle estremità.
I muscoli laminari o larghi, sono appiattiti e di grandi dimensioni, provvisti di aponevrosi, come il diaframma e i muscoli della parete addominale.
Nei muscoli a ventaglio, infine, le fibre si sviluppano a formare una struttura triangolare, come nel muscolo temporale (divergono in corrispondenza di una estremità e si inseriscono sullo stesso tendine di inserzione all’altra estremità).
In base al tipo di unione tra fasci muscolari e tendini vengono classificati in:
Muscoli a fasci paralleli
Muscoli nastriformi: sono quelli che hanno fasci muscolari organizzati parallelamente fra di loro da una estremità all’altra
- Muscoli fusiformi: sono quelli che hanno fasci muscolari pressoché paralleli tra di loro e che si fanno convergenti su un tendine in corrispondenza di una o di entrambe le estremità
- Muscoli larghi: sono quelli che hanno fasci muscolari piatti che si fondono con le aponeurosi alle estremità
- Muscoli a ventaglio: sono quelli in cui i fasci muscolari divergono in corrispondenza di una estremità e convergono su un tendine di inserzione all’altra estremità
Muscoli a fasci obliqui o pennati
Muscoli pennati: sono quelli che hanno un tendine centrale sul quale vanno a confluire e a tendersi le fibre muscolari
1. Muscoli semipennati: sono quelli che hanno due lamine tendinee fra le quali sono tese le fibre muscolari
2. Muscoli pluripennati: sono quelli che hanno molti tendini di origine sui quali vanno a confluire e a tendersi le fibre muscolari.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/muscoli-classificazione1.html</p>
L’ANGOLO DI PENNAZIONE un principio da non sottovalutare
Il muscolo scheletrico rappresenta il 40% circa dell’intero peso corporeo, comprese le componenti connettivali. Le caratteristiche del tessuto muscolare di questo tipo sono:
- CONTRATTILITA’ capacità di accorciarsi e allungarsi
- ECCITABILITA’ capacità di rispondere a stimoli nervosi e/o ormonali rendendo possibile al Sistema Nervoso e in taluni casi al Sistema Endocrino di regolare l’attività muscolare
- ESTENSIBILITA’ capacità di essere stirati fino alla loro lunghezza a riposo, dopo la contrazione
- ELASTICITA’ capacità di ritornare alla loro lunghezza iniziale dopo la fase di stiramento.
Un’ulteriore classificazione è per forma dei muscoli:
- PENNATI (grande forza di contrazione) ad esempio BICIPITE, RETTO FEMORALE, GASTROCNEMIO
- PARALLELI (si accorciano maggiormente rispetto ai pennati)
- CONVERGENTI (esprimono maggiore forza rispetto ai paralleli) DELTOIDE
- CIRCOLARI (avvolgono generalmente un orifizio) SFINTERI
Inoltre li possiamo classificare anche in base a:
- LOCALIZZAZIONE (descrivono la regione anatomica) GLUTEO, PETTORALE
- DIMENSIONI esempio GRANDE, PICCOLO GLUTEO
- FORMA esempio QUADRATO DEL FEMORE
- ORIENTAMENTO esempio RETTO, OBLIQUO, TRASVERSO
- ORIGINE – INSERZIONE esempio SCOM sternocleidoccipitomastoideo.
- NUMERO DI CAPI COINVOLTI esempio BICIPITE, TRICIPITE ect..
- FUNZIONI esempio ADDUTTORE, ABDUTTORE, ESTENSORE FASCIA LATA ect…
Prima di parlare nello specifico della legge di Saltin e dell’angolo di Pennazione facciamo un’ulteriore specifica sui muscoli a fasci paralle e quelli Pennati:
L’orientamento delle fibre muscolari all’interno del muscolo ne determina la forza e l’ampiezza di contrazione. Rispetto al suo asse longitudinale, le cellule possono disporsi in modo parallelo (seguendo il decorso delle fibre tendinee) oppure obliquamente. Tutto ciò, ha un’enorme importanza nella meccanica muscolare.
Le fibre parallele all’asse longitudinale del ventre carnoso possiedono una lunghezza ad esso simile e permettono al muscolo un maggiore accorciamento, generando, così, un movimento ampio (maggiore escursione articolare) e veloce. I muscoli che le contengono vengono definiti muscoli a “fasci paralleli”.
Le fibre con direzione obliqua hanno invece una lunghezza nettamente inferiore a quella del ventre e possono sviluppare una contrazione altrettanto limitata. I muscoli che le contengono sono definiti a fasci obliqui o pennati (le fibre sono disposte come le barbe di una piuma rispetto al calamo). Anche se la contrazione è limitata, la pennazione permette di compattare un gran numero di fibre in un’area trasversale minore; di conseguenza, il maggior numero di fibre garantisce lo sviluppo di una forza notevole, superiore rispetto a quella generata dai muscoli a fasci paralleli.
La disposizione delle fibre è associata alla funzione del muscolo: i muscoli veloci sono solitamente a fasci paralleli, quelli forti pennati.
Nel corpo umano sono presenti entrambi i tipi di muscolo, ma prevalgono quelli a fasci obliqui. Questi ultimi si possono ulteriormente suddividere in diverse categorie (unipennati o semipennati, bipennati e multi pennati) a seconda delle modalità di attacco sui tendini.
Nei muscoli semipennati l’attacco delle fibre muscolari si ha su due linee di attacco lineari e contrapposte (es. flessore lungo del pollice); nei muscoli bipennati le fibre convergono da due diverse linee di origine sulle due facce di un tendine centrale che entra nel muscolo (es. retto del femore); nei multi o pluripennati, infine, si riconoscono diversi fasci tendinei, con un origine comune, che penetrano nel muscolo e sui quali si inseriscono diversi gruppi di fibre (es. deltoide).
EFFETTO DELL’ANGOLO DI PENNAZIONE SULLO SVILUPPO DELLA FORZA:
Le fibre parallele (muscoli a fasci paralleli) trasmettono tutta la loro capacità contrattile al tendine; quelle pennate, invece, ne trasmettono solo una parte; un angolo di pennazione pari 30°, per esempio, trasmette al tendine circa l’87% della tensione esercitata dalle fibre (cos(30°)=0,866).
L’angolo di pennazione è l’angolo compreso tra l’asse del muscolo e l’asse delle sue fibre.
Anche se comporta una perdita del potere contrattile, la pennazione consente di compattare un gran numero di fibre in un’area trasversa minore e di produrre, così, una forza maggiore.
Oltre un certo limite di volume muscolare, i muscoli pennati subiscono un cambiamento dell’angolo di pennazione, che aumenta e diviene sempre più sfavorevole, limitando le possibilità di espressione di forza da parte del muscolo.
Anche per questo motivo, oltre una certa soglia, la linearità tra aumento di volume del muscolo (ipertrofia) ed aumento di forza influisce negativamente sul miglioramento della performance. Superata questa soglia l’ipertrofia può comunque aumentare, ma è accompagnata solamente ad un modesto incremento di forza.
Le cellule del muscolo possono ipertofizzarsi, quindi aumentare di dimensioni, ma normalmente non possono moltiplicarsi. In altre parole, non è possibile aumentare il numero di fibre attraverso l’allenamento, ma soltanto il volume complessivo di quelle già esistenti.
Concludendo: ogni muscolo è formato dall’unione di più fascetti (o lacerti) muscolari; ogni fascetto contiene più fibre con decorso parallelo.
La dimensione dei fascicoli riflette la funzione del muscolo in esame; ad esempio, i muscoli responsabili di movimenti fini, strettamente controllati, hanno fascicoli piccoli e una proporzione di Perimisio relativamente più grande.
L’intera massa muscolare è rivestita da una guaina di connettivo fibro-elastico detta epimisio, che ha il compito di contenerlo e proteggerlo durante l’esecuzione del movimento stesso. Questa guaina si addentra nel ventre muscolare a costituire il perimisio e l’endomisio: così, ogni fascetto è rivestito da una membrana di connettivo lasso detta perimisio, mentre ogni singola cellula muscolare è rivestita da una delicata membrana connettivale detta endomisio.
Epimisio o Fascia muscolare: guaina che riveste l’intero muscolo
Perimisio: guaina che riveste i fasci di fibre muscolari
Endomisio: guaina che riveste le singole cellule o fibre muscolari
Nel connettivo interposto tra le fibre muscolari decorrono vasi sanguigni e fibre nervose motorie e sensitive. Grossi vasi e nervi penetrano attraverso l’epimisio e si dividono per ramificarsi attraverso il muscolo, nel perimisio e nell’endomisio, raggiungendo ogni singola fibra.
Ora diventa importante capire che l’angolo di pennazione è un’espressione di forza.
- In concentrico maggiore sarà la forza minore la velocità per via dell’aumento del diametro trasverso del muscolo
- In eccentrico maggiore sarà la velocità minore sarà la forza per via dell’aumento della lunghezza del muscolo
DOVREMO QUINDI PORRE MOLTA ATTENZIONE AL CARICO CHE IL NOSTRO MUSCOLO PUO’ SUPPORTARE MA LA NOSTRA ATTENZIONE PRINCIPALMENTE DOVRA’ ESSER RIVERSATA AL TENDINE.
SE IL VOLUME DEL MUSCOLO CRESCE IN MODO SPROPORZIONATO RISPETTO ALL’ARTICOLAZIONE DI CONSEGUENZA L’ANGOLO DI PENNAZIONE CRESCERA’ RISPETTO AL TENDINE (CHE NON PU0’ AUMENTARE DI VOLUME). DA QUI IL RISCHIO SERIO DI INFORTUNI.
Nei body builder l’effetto degli anabolizzanti diventa imprevedibile, visto la crescita spropositata di massa muscolare rispetto al tendine.
Nei calciatori ad esempio il volume eccessivo dei quadricipiti e dei femorali, fatti crescere rapidamente, senza un accurato lavoro di propriocettiva ed adattamento funzionale, può esser fonte di infortuni gravi.
Da qui l’importanza della conoscenza dell’influenza che ha lo spessore, la lunghezza e l’orientamento delle fibre muscolari.
- LA FORMA determina il grado di contrazione e la quantità di forza che un muscolo può sviluppare
- LO SPESSORE o meglio L’IPERTROFIA la possibilità del muscolo di generare forza muscolare (ogni cm quadrato genera 2/3 kg di forza)
- L’ORIENTAMENTO gioca un ruolo importante per lo sviluppo della forza muscolare, studiando le leve articolari attraverso i muscoli.
Il bicipite è un classico muscolo fusiforme: le fibre scorrono parallele all’asse di trazione del tendine sull’osso, come a sinistra nel disegno. Le fibre sono cioè “messe per dritto”. Nel disegno immediatamente più a destra sono invece messe “per storto” rispetto all’asse di trazione del tendine: le fibre non si inseriscono più in una unica zona concentrata che poi si trasforma in un tendine, ma piuttosto su una lamina tendinea detta aponeurosi d’inserzione.
Il muscolo in questo modo assomiglia molto ad una penna d’uccello, è pennato. Il vasto mediale e il vasto laterale, i muscoli ai lati della coscia, sono unipennati. Esistono molti tipi di pennazione: muscoli bipennati come il gastrocnemio nella gamba e multipennati come il deltoide nelle spalle.
Dobbiamo considerare questi disegnini come tridimensionali, anche se non lo sono per semplicità di rappresentazione.
A sinistra un muscolo fusiforme composto da 6 fibre muscolari. L’ACSA è la Anatomical Cross Section Area, l’Area della Sezione Trasversa Anatomica. In pratica, il muscolo nella zona più spessa viene segato perpendicolarmente all’osso e viene misurata l’area di questa fetta di prosciutto umano: una risonanza di un un arto umano assomiglia proprio ad un bel prosciutto.
Ogni singola fibra è caratterizzata dalla ben nota CSA, la Cross Section Area, l’Area della Sezione Trasversa. Le 6 fibre messe vicine fra loro creano una area totale pari a 6CSA che costituisce la PCSA, la Physiological Section Area, l’Area della Sezione Fisiologica. Nella vostra testa sta balenando la domanda: “ma PCSA e ACSA sono la stessa cosa, e allora perché complicarsi la vita con una definizione in più?
Il muscolo si contrae: supponendo le fibre della stessa tipologia e con la stessa CSA, ognuna produrrà una forza pari ad F perciò complessivamente la forza totale sarà 6F. Non c’è niente di particolarmente emozionante in questo, sappiamo infatti che la forza di un muscolo è pari alla somma della forza di tutte le sue fibre e che la forza di una fibra è proporzionale alla sua CSA. Pertanto, la forza dell’intero muscolo è proporzionale alla PCSA, la somma delle singole sezioni trasverse.
Per ottenere un muscolo che generi il doppio della forza del precedente è sufficiente raddoppiare il numero di fibre portandole a 12. Ovviamente, ACSA e PCSA raddoppiano. Il problema è che così facendo le dimensioni orizzontali del muscolo si espandono. Muscolo più grande, più volume complessivo occupato, più difficoltà a farlo ruotare intorno alle articolazioni, soluzione perdente.
Adesso attenzione: Le 6 fibre muscolari vengono accorciate e ruotate di un certo angolo, inchiodandole a due belle aponeurosi dalle parti. L’ACSA non è variata dato che sezionando il muscolo trasversalmente non c’è stato nessun cambiamento. Nella rotazione la CSA delle fibre non è chiaramente cambiata e analogamente la somma delle sezioni, la PCSA. Non è cambiato nulla?
Ecco spiegato: a sinistra il muscolo “storto” a 6 fibre e quello analogamente “storto” a 12 fibre. La sezione anatomica ACSA dei due è la stessa, ma le 12 fibre hanno portato la sezione fisiologica, la PCSA, a raddoppiare: conseguentemente, la forza del muscolo “storto” a 12 fibre è doppia di quello a 6 fibre, pur avendo la stessa sezione rispetto all’osso!
La pennazione, cioè l’inclinazione delle fibre muscolari rispetto all’asse di trazione, è un modo di impacchettare le fibre: in questo modo nello stesso volume sono presenti più fibre lasciando inalterata la sezione anatomica, di fatto la “grossezza”, lo “spessore” del muscolo rispetto all’osso.
I muscoli pennati perciò contengono più fibre muscolari impacchettate rispetto ai muscoli fusiformi. L’impacchettamento permette di compattare le fibre molto vicino all’articolazione che il muscolo fa ruotare, perciò il peso del muscolo stesso crea meno difficoltà nella rotazione stessa.
Se mettendo obliquamente le fibre si ottiene una PCSA maggiore e una forza maggiore, mettiamole ancora di più per storto! Nei due disegni centrali viene fatto aumentare l’angolo theta, detto angolo di pennazione o pennazione dal valore theta1 al valore theta2: aumentando l’inclinazione delle fibre ne possono essere impacchettate di più nello stesso volume, passando da 12 a 15 fibre. A parità di sezione anatomica, aumentando la pennazione le fibre sono ancora più impacchettate, la PCSA aumenta e il muscolo è sempre più forte.
La figura a destra descrive perché non è tutto oro ciò che luccica: aumentando la pennazione le fibre si mettono “per storto”, perciò anche la forza muscolare Fm da loro generata è “storta“, cioè inclinata rispetto all’asse di trazione. Più la pennazione è elevata e meno forza delle fibre sarà utilizzata lungo l’asse di trazione del muscolo.
Il grafico descrive il comportamento della forza di trazione e della componente della forza utile alla trazione in funzione dell’angolo di pennazione theta:
- La forza del muscolo aumenta all’aumentare con l’angolo di pennazione, dato che come abbiamo visto aumenta la PCSAa parità di ACSA.
- La componente della forza del muscolo che viene trasmessa lungo l’aponeurosi, diminuisce all’aumentare dell’angolo di pennazione.
- La forza di trazione è proporzionale al prodotto dei due contributi sopra descritti. Un angolo di pennazione di 45° massimizza la forza di trazione del muscolo. Questo valore deriva da semplici calcoli di trigonometria che vengono omessi.
- Perciò all’aumentare dell’angolo di pennazione la forza di trazione aumenta fino ad un massimo per una pennazione pari a 45°, poi inizia a diminuire: muscoli con angoli di pennazione superiori a questo valore sono più inefficienti di muscoli a pennazione inferiore, perché impaccano più fibre ma la trazione che esercitano non è nella direzione utile.
Sebbene la pennazione sia conosciuta da prima del 1700, solamente negli ultimi 40 anni si è compresa a pieno la sua importanza nell’architettura muscolare. La rilevazione dell’angolo di pennazione è estremamente complicata perché i muscoli non sono di certo dei romboidi piani, ma complesse strutture tridimensionali con aponeurosi e fibre curve.
Moltissimi studi fatti su cadaveri davano come risultato angoli di pennazione abbastanza modesti, sia in valore assoluto che come variabilità fra individui, perciò la pennazione non era considerata rilevante ai fini della comprensione della meccanica muscolare.
Altri studi hanno mostrato invece delle variabilità individuali notevoli. Specialmente i culturisti hanno muscoli con pennazioni enormi rispetto a persone sedentarie, valori impensabili per gli esseri umani. Sono stati rilevati nei loro tricipiti angoli di pennazione dell’ordine di 55°, cioè sopra la soglia di incremento della forza utile.
I muscoli di un culturista enorme, di un freak del Mr Olympia, sono così meno efficienti di quelli di un atleta più piccolo. Non sto dicendo che un bicipite da 55 cm non sia forte: ho visto curl con quasi 100 Kg sul bilanciere, però la stessa massa muscolare disposta in maniera diversa permetterebbe magari di sollevare 120 Kg
Più le fibre di un muscolo “spanciano” rispetto alla linea di trazione dei tendini o delle aponeurosi, meno efficaci sono quelle fibre a trasferire forza: un elemento architetturale poco considerato ma che può avere un impatto notevole in fisici molto muscolarizzati.
Ipertrofia e pennazione
Perché il culturista e in generale chi si allena seriamente con i pesi ha muscoli con angoli di pennazione più elevati rispetto ad un sedentario? Sappiamo che l’allenamento con i pesi aumenta la CSA delle fibre muscolari: questo incremento determina delle variazioni nell’architettura muscolare dato che di conseguenza aumenta anche la PCSA.
Nel disegno seguente due possibili conseguenze sulla forma del muscolo a seguito dell’ipertrofia delle fibre.
- Soluzione A – All’aumentare della CSAdelle fibre aumenta anche l’area S di contatto con l’aponeurosi, come evidenziato a sinistra. In questo caso, come mostrato a destra, all’aumentare della PCSA aumenterebbe la lunghezza dell’aponeurosi, perciò dell’intero muscolo.
- Soluzione B – All’aumentare della CSA delle fibre, aumenta l’angolo di pennazione theta in modo che le fibre stesse ruotino mantenendo inalterata l’area Sdi contatto. Così facendo il muscolo diventa ancora più compatto, la PCSA aumenta ma l’incremento dell’angolo di pennazione permette di lasciare inalterata la lunghezza delle aponeurosi e pertanto dell’intero muscolo:
La Natura ha scelto questa seconda possibilità perché mantiene quanto più possibile inalterata le forme muscolari. L’allenamento con i pesi ipertrofizza le fibre, ma queste “si storcono” per impaccarsi sempre di più, conseguentemente aumenta la PCSA ma molto meno l’ACSA che è ciò che rende il muscolo “grosso” visivamente.
Un incredibile risultato come passare da 160 Kg a 200 Kg di squat non comporta un fantascientifico incremento della circonferenza delle vostre cosce non perché il muscolo non sia cresciuto, ma perché le fibre si sono compattate meglio. Le vostre cosce saranno più grosse ma non così grosse come vi aspettereste!
L’aumento dell’angolo di pennazione crea un notevole effetto estetico, però è necessario essere al 6% di grasso corporeo perché questo sia visibile e pochi possono essere a quella percentuale rimanendo “grossi”. Che sfiga!
Conclusioni
La pennazione è un modo di compattare fibre nel solito spazio: rappresenta un elemento architetturale di un muscolo, il “come i materiali vengono montati”. Aggiunge una ulteriore flessibilità al sistema muscolo-scheletrico ma anche una complessità aggiuntiva nella descrizione e comprensione del funzionamento dei muscoli stessi.
Compattare fibre muscolari nel minore spazio possibile è stata una soluzione evolutivamente vincente: la pennazione fa sopravvivere meglio all’ambiente, con buona pace per chi deve impazzire a capire come funziona. L’aumento dell’angolo di pennazione determina infatti una maggior forza complessiva perché raramente un essere umano arriva ad oltrepassare in condizioni di riposo i 45°.
Un accenno ad un argomento interessante ma estremamente complesso: la trattazione riguarda l’architettura muscolare a riposo ma è possibile mostrare come in un movimento concentrico l’angolo di pennazione aumenti. Più l’angolo di pennazione è a riposo elevato, più è facile che superi contratto i 45°, alterando del tutto lo schema di trasferimento della forza dal muscolo all’articolazione.
Tratto dal libro: DCSS PowerMechanics For Power Lifters
http://smartlifting.org/2012/09/dcss-secretsmuscoli-con-le-penne/#sthash.Zly9f2eC.dpuf
Conclusione di carattere fisioterapico e di prevenzione dei traumi:
- SE IL VOLUME DEL MUSCOLO CRESCE IN MODO SPROPORZIONATO RISPETTO ALL’ARTICOLAZIONE DI CONSEGUENZA L’ANGOLO DI PENNAZIONE CRESCERA’ RISPETTO AL TENDINE (CHE NON PU0’ AUMENTARE DI VOLUME). DA QUI IL RISCHIO SERIO DI INFORTUNI.
- Nell’atleta che arriva oltre un certo limite di volume muscolare, i muscoli pennati subiscono un cambiamento dell’angolo di pennazione, che aumenta e diviene sempre più sfavorevole, limitando le possibilità di espressione di forza da parte del muscolo.
- Nello sport moderno e nella fisioterapia sportiva bisogna tenere presente questo principio sia in ambito riabilitativo che durante la preparazione atletica.
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