Periostite Tibiale nello sport: cause, sintomi e possibili rimedi
DESCRIZIONE DELLA PERIOSTITE TIBIALE
La periostite è un processo infiammatorio a carico del periostio. Il periostio è la membrana che avvolge le ossa e che svolge una funzione di protezione, nutrimento e rigenerazione ossea. Attraverso questa membrana, i muscoli si inseriscono all’osso tramite strutture tendinee o aponeurotiche. La patologia può interessare un solo osso (solitamente la tibia, nella sua forma più comune) oppure più elementi dello scheletro.
Nel corridore è molto frequente la periostite tibiale (detta anche sindrome da stress tibiale mediale). Questa è un’infiammazione del periostio che avvolge la tibia sul lato interno, causata da un sovraccarico funzionale all’origine del muscolo tibiale posteriore dall’osso. Un sovraccarico all’origine del tibiale posteriore si verifica con maggiore frequenza in caso di:
- Piede cavo: il piede cavo mette eccessivamente in tensione le strutture posteriori;
- Piede pronato: il muscolo tibiale posteriore, essendo un supinatore, viene eccessivamente caricato nei piedi pronati.
Dott. Ernesto Ciravegna Specialista in chirurgia, agopuntura, mesoterapia, neuralterapia, omotossicologia, fitoterapia
CAUSE
La periostite tibiale può insorgere quando i muscoli anteriori della gamba sono sottoposti a stress determinato da corsa, soprattutto su superfici dure o in punta di piedi a lungo, o da attività sportive che comprendono salti. Nei runner, in particolare, le cause che più frequentemente scatenano la periostite sono:
- a) Abbinamento della corsa con altri sport (specie se richiedono frequenti salti, come il basket)
e) Errata distribuzione del carico provocata da un’asimmetria nell’appoggio
b) Scarpe non idonee o prive di un’adeguata capacità di assorbire gli shock
c) Corsa in discesa
d) Sovrappeso
Quindi, in generale, tutte quelle situazioni che aumentano il carico a danno della tibia. In alcuni casi, però, può non trattarsi di periostite tibiale, ma di altre patologie che pur presentano delle similitudini (es. sindrome del muscolo tibiale anteriore o fratture da stress).
CHI COLPISCE
I soggetti che più facilmente incorrono in questo tipo di patologia sono i runner e, in generale, tutti quegli sportivi che praticano la corsa come parte importante della loro preparazione e disciplina sportiva, come ad esempio i calciatori, i giocatori di basket, i rugbisti, i triatleti, ecc. Coloro che sono più predisposti alla periostite tibiale sono gli atleti con un piede cavo-pronato e, generalmente, la patologia sorge come conseguenza di un aumento degli allenamenti, sia in quantità (più frequenti) che qualità (intensità e sforzo).
L’iperpronazione ( piede piatto) è un altro fattore che può provocare un aumento di stress a carico dei muscoli della gamba durante l’attività fisica. Anche le persone con arco plantare molto pronunciato possono sviluppare disturbi da periostite tibiale poiché questo tipo di piede ha scarsa capacità di assorbire gli shock.
SINTOMI
Il sintomo principale con cui si presenta la periostite tibiale è un forte dolore circoscritto al margine mediale della tibia (circa 10 cm sopra la caviglia) e può interessare una zona più o meno ampia della stessa.
Quando la patologia è nel suo stato iniziale, il dolore alla tibia scompare dopo aver percorso pochi chilometri, ma poi tende a ripresentarsi in maniera costante rendendo impossibile l’allenamento. In alcuni casi, può manifestarsi anche quando si è in fase di riposo.
Un primo controllo medico può rivelare la presenza della periostite tibiale. Infatti, il soggetto interessato avverte dolore alla presso-palpazione o anche attraverso la flessione plantare delle dita e del piede. In alcuni casi, si può notare un certo gonfiore nell’area interessata. L’esame radiografico consente di individuare situazioni anormali a carico del periostio. La scintigrafia ossea, in caso di esito negativo, consente di escludere altre patologie (es. fratture da stress)
POSSIBILI RIMEDI
Un intervento corretto deve prevedere il riconoscimento ed il trattamento efficace del difetto meccanico. La terapia deve inizialmente eliminare l’infiammazione locale e successivamente portare ad un recupero sportivo graduale, dopo aver compensato o corretto il piede. Un primo obiettivo, quindi, è evitare la cronicizzazione della patologia. A tal proposito, è caldamente consigliato un stop dall’attività sportiva per alcune settimane non appena ci si rende conto di avere la periostite tibiale (tramite controlli medici). L’infiammazione locale può essere eliminata in 3 modi:
- Terapia medica: si avvale dei farmaci anti-infiammatori e mio-rilassanti.
- Terapia infiltrativa: si può avvalere dei cortisonici somministrati per via locale. Una terapia più sicura, però, è rappresentata dalle infiltrazioni di ossigeno-ozono, che hanno effetti anti-infiammatori, senza gli effetti negativi dei cortisonici.
- Terapia fisica: i mezzi fisici più adeguati a sfiammare localmente una periostite tibiale sono la tecarterapia e l’ultrasuonoterapia.
Si può anche intervenire con la crioterapia (particolare terapia che fa uso del ghiaccio). Se al termine di questa prima cura il problema non passa, il medico quasi certamente consiglierà degli esami più approfonditi (risonanza magnetica o scintografia, in modo da escludere eventuali fratture da stress) e, quindi, cure adeguate alla situazione rilevata.
Sicuramente, passato il problema, è necessario prepararsi al meglio prima di riprendere l’attività sportiva, come ad esempio una riabilitazione muscolare piuttosto che la scelta di scarpe adeguate, oltre che di solette o plantari in grado di migliorare l’appoggio del piede e proteggerlo da ulteriori traumi.
PREVENZIONE
Il modo migliore per prevenire la periostite tibiale è l’allungamento e il rafforzamento dei muscoli della gamba, indossare calzature con buona capacità di assorbimento degli shock, evitare di correre su superfici dure o di correre eccessivamente o di saltare in punta di piedi. Sono inoltre importanti solette o ortesi che offrano sostegno all’arco plantare per iperpronazione.
SOLETTE E PLANTARI
La periostite tibiale sembra essere la patologia che meglio esalta le proprietà delle solette e dei plantari, questo perché si tratta di una patologia fortemente indotta dai traumi che si generano durante la corsa. Sovrappeso, scarpe inadatte o un sovraccarico asimmetrico, possono determinare l’insorgere della periostite tibiale.
Per leggere l’intero articolo seguire il link: http://www.noene-italia.com/periostite-tibiale/
Classificazione
Esistono varie modalità di classificazione della periostite tibiale; facendo riferimento alla durata della patologia si possono distinguere due forme:
- periostite tibiale acuta
- periostite tibiale cronica.
Nel primo caso, il quadro clinico è generalmente abbastanza severo e la sua evoluzione è piuttosto rapida, ma il problema tende a regredire altrettanto rapidamente o comunque in un lasso di tempo che è possibile considerare abbastanza contenuto.
Nel secondo caso, le manifestazioni cliniche sono più blande, ma tendono a permanere per periodi di tempo abbastanza lunghi.
A seconda della zona nella quale è localizzato il processo infiammatorio si possono distinguere:
- periostite tibiale anteriore
- periostite tibiale posteriore.
Nel primo caso l’infiammazione è localizzata nella zona frontale della tibia, mentre nel secondo caso il processo infiammatorio è situato nella regione interna della gamba lungo la tibia.
Si può infine distinguere fra periostite tibiale monolaterale o periostite tibiale bilaterale a seconda che la patologia interessi rispettivamente una o entrambe le gambe.
Le cause della periostite tibiale
La periostite tibiale può essere causata da un processo infettivo (una particolare forma di periostite, la periostite sifilitica, è uno dei primi sintomi avvertiti dai soggetti affetti da sifilide; un altro esempio è rappresentato dalla periostite tubercolare che in genere è il risultato di un’osteite profonda) oppure, e molto più frequentemente, da un trauma; questi eventi stimolano la produzione di tessuto osseo da parte degli osteoblasti, ovvero le cellule deputate alla formazione della matrice ossea. È per questo motivo che la patologia in questione è caratterizzata da una placca ossea con margini ben differenziati oppure da una sopraelevazione irregolare della superficie ossea.
I soggetti a rischio
Sono diverse le categorie di soggetti che corrono il rischio di essere colpiti da periostite tibiale; in primis ricordiamo gli sportivi, in particolar modo i runner, calciatori, cestisti, rugbisti, triatleti, ma anche pallavolisti ecc.
Nei soggetti che non praticano sport, la periostite tibiale è più frequente nelle persone che soffrono di problemi posturali nel corso della deambulazione e che, di conseguenza, sollecitano inadeguatamente i muscoli coinvolti (tibiale posteriore e soleo).
Periostite tibiale e pratica sportiva
Fra i soggetti maggiormente colpiti da periostite tibiale, come detto, troviamo i runner e comunque quegli sportivi la cui disciplina impone di correre frequentemente (calciatori, cestisti, rugbisti, triatleti ecc.).
Fra i soggetti maggiormente predisposti a questo problema troviamo gli atleti che hanno il piede cavo-pronato (nella fase dinamica della corsa, il tibiale posteriore viene mantenuto in stiramento). La patologia compare maggiormente nei periodi in cui il soggetto aumenta il livello quantitativo oppure quello qualitativo degli allenamenti; sono soprattutto gli allenamenti qualitativi all’origine del problema perché inducono l’atleta a sollecitare notevolmente le inserzioni del soleo e del muscolo tibiale posteriore.
Nel runner in particolare le cause che più frequentemente scatenano la periostite sono:
- a) abbinamento della corsa con altri sport (basket e, in linea del tutto teorica, salti)
- b) combinazione di lunghe distanze con scarpe non idonee (poco ammortizzamento)
- c) corsa in discesa
- d) sovrappeso
- e) marcata dismetria che provoca un’errata distribuzione del carico.
Non sempre è periostite tibiale
In alcune occasioni vengono classificati come periostiti tibiali alcuni quadri clinici che, pur presentando alcune similitudini, sono ben distinti fra loro. Fra questi quadri ricordiamo:
- la sindrome del muscolo tibiale anteriore(una patologia la cui causa sembra dovuta a un aumento della pressione dei liquidi interstiziali – dovuto ai microtraumi tipici di una maratona o di duri allenamenti in pista o su terreno collinare – o all’ipertrofia del tibiale stesso).
- La sindrome del compartimento anteriore(una patologia che interessa i pattinatori, ma anche i maratoneti, e provocata dall’incremento della pressione al di sotto della fascia che causa un rallentamento del flusso sanguigno).
- Le fratture da stress.
Per leggere l’intero articolo seguire il link: http://www.albanesi.it/arearossa/articoli/04periostite47.htm
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