Postural dysfunction for retractile scar cancer – Disfunzione posturale per cicatrice retraente oncologica
Case report:
donna di 20 anni che ha subito un intervento chirurgico per asportazione di Adenocarcinoma, (che si sviluppa dalle cellule che secernono il muco ed è più frequente nelle donne).
La cicatrice retraente a livello toracico e la postura prolungata in decubito laterale, in fase post-chirurgica hanno favorito una postura disfunzionale in flessione laterale, coinvolgendo la deambulazione e la stazione eretta.
Tecniche di riabilitazione motoria
Un paziente che ha subìto un intervento di chirurgia toracica o addominale è un paziente che, per esigenze strettamente legate all’intervento, rimane allettato, il più delle volte in posizione supina, per almeno 2-3 giorni dopo l’intervento. Tali tempi si possono protrarre più a lungo per il sopraggiungere di una qualsiasi complicanza. Pertanto tali pazienti, oltre all’esercizio respiratorio, necessitano di un’adeguata rieducazione motoria per la prevenzione di:
- rigidità e dolori muscolari e articolari,
- ipotrofia e ipostenia muscolare,
- disfunzioni circolatorie (es. edemi, TVP),
- piaghe da decubito.
Alcuni studi hanno messo in risalto come la resistenza cardiocircolatoria allo sforzo fisico sia strettamente legata al grado di forza del muscolo quadricipite.
Toracotomia postero-laterale (a livello del IV-V spazio intercostale), che è la più utilizzata e che permette l’accesso a tutti gli organi toracici. Vengono sezionati i muscoli: Gran Dorsale, gli Intercostali, disinserito il Gran Dentato dall’aponeurosi, può essere parzialmente reciso il Trapezio e a volte il Romboide. La posizione in decubito laterale del paziente comporta una notevole pressione sulla spalla e sull’arto inferiore 55 ARIR (2002). Op. Cit. 56 ARIR (2006). Op. Cit. infralaterale, con possibili manifestazioni di parestesie, dolori ed ematomi nell’immediato post-operatorio, così come il braccio dal lato operato, essendo elevato anteriormente di circa 90°, può provocare manifestazioni dolorose a carico dello stesso.
http://www.evidencebasednursing.it/revisioni/fisioterapisti/Protocolli_Chir_Toracica.pdf
Tumore al polmone:
In base all’aspetto che le cellule tumorali presentano all’esame microscopico, si possono distinguere due diversi tipi di tumore al polmone:
- tumore polmonare a piccole cellule (microcitoma, tumore a chicco d’avena) (18-20% dei casi)
- tumore polmonare NON a piccole cellule (carcinoma squamoso o epidermoide, adenocarcinoma e carcinoma a grandi cellule)
Entrando nello specifico
- Carcinoma a cellule squamose: è il tipo più diffuso negli uomini, origina dalle cellule che rivestono le vie respiratorie; rappresenta circa il 30% dei casi
- Adenocarcinoma: si sviluppa dalle cellule che secernono il muco; è più frequente nelle donne. In questi ultimi decenni si è registrata una diminuzione del numero di casi di carcinoma a cellule squamose associata ad un aumento relativo degli adenocarcinomi, probabilmente a causa dell’aumentata incidenza di tumore al polmone tra le donne.
- Carcinoma a cellule grandi: il nome deriva dalle grandi cellule tondeggianti che si evidenziano all’esame microscopico; colpisce circa il 15% dei malati
Un altro tipo di tumore al polmone è il mesotelioma, una forma che colpisce la pleura (una specie di foglietto a doppio strato che riveste i polmoni e li fa aderire alla superficie costale). Il maggior fattore di rischio per lo sviluppo del mesotelioma è l’esposizione all’amianto.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare la forma a piccole cellule è nettamente più pericolosa della forma a grandi cellule. Il microcitoma è infatti soggetto ad una rapida crescita e presenta maggiori probabilità di propagarsi ad altri organi. Proprio a causa di questa sua aggressività in molti casi è del tutto inutile asportare la porzione contenente la massa tumorale (al momento della diagnosi le cellule tumorali sono spesso disseminate in vari organi).
Il tumore polmonare a piccole cellule risponde molto bene alla chemio e alla radioterapia ma nonostante ciò la sopravvivenza media è di 14-18 mesi per le forme limitate e di 9-12 mesi per le forme estese. La probabilità di sopravvivere a distanza di cinque anni dalla diagnosi è complessivamente bassa, nell’ordine del 3-8% dei casi.
Fortunatamente questo tipo di tumore al polmone è il meno comune tra le due categorie. Più diffusi sono invece i tumori polmonari non a piccole cellule (circa l’80% dei casi) che si raggruppano in un‘unica categoria per la loro uniformità di caratteristiche ed esigenze terapeutiche.
Articolo completo:
http://www.my-personaltrainer.it/bpco/tumorepolmone.html
Generalità sulle cicatrici e sulle patologie correlate
Le cicatrici, di per sé, non rientrano nella categoria delle patologie. Tuttavia, se dotate di determinate caratteristiche, esse possono diventare fonte di alterazioni posturali, di dolori, di disagi organici o respiratori, dunque fonte di patologie.
La loro “reattività” può essere valutata con test chinesiologico di forza, per stabilire il grado di coinvolgimento negativo all’interno del sistema organico; con V.A.S. (Vascular Automatic Segnal) di Nogier oppure con i test fasciali.
Sotto la voce generica di cicatrici vengono inclusi: interventi chirurgici, ferite, abrasioni profonde, ustioni, tatuaggi.
Tutto ciò che altera lo stato della pelle e la sua integrità, spesso il tessuto cicatriziale crea aderenze sottocutanee, perdita di elasticità (cheloidi), oltre a trazione meccanica sul tessuto circostante (pelle, muscolo, organi interni,ecc.).
Da quanto sopra esposto si possono classificare le seguenti conseguenze:
- a) Danno meccanico (elasticità);
- b) Danno energetico (blocco energetico).
La cicatrice chirurgica della nostra paziente è di discrete dimensioni, con superficie ricoperta da sottili cheloidi, che in alcuni punti risultano “accollati” ai piani profondi del sottocute.
L’estensione della colonna vertebrale provoca un “infossamento” della cicatrice nella porzione centrale; ciò sta ad indicare che il tessuto non ha la giusta elasticità in fase di estensione per “ancoraggio” profondo della cicatrice.
Classico caso di disfunzione posturale per cicatrice retraente.
Osservazione iniziale:
- esame posturale:
1)visione frontale: spostamento dell’asse di carico verso dx. Anteposizione della spalla destra, Torsione del bacino sx avanti. Nel complesso la colonna vertebrale è scompensata con “strapiombo” a sinistra.
2) visione laterale: rettilinearizzazione della lordosi lombare, scapola destra scollata dal piano costale
3)visione posteriore: atteggiamento scoliotico ad ampio raggio sinistro convesso, valgismo del ginocchio dx con pronazione del piede.
- esame della cicatrice:
- mobilizzazione sul piano orizzontale delle quatto direzioni delle spazio: in direzione cranio caudale si riscontra una retrazione della cicatrice. Mentre negli altri paini la mobilità rilevata è fisiologica
- mobilizzazione sul piano sagittale: la cicatrice ha due punti di circa 2 cm. che risultano ipomobili per aderenza fasciale.
- Esame funzionale:
valutazione in fase funzionale respiratoria e di movimento della catena cinetica obliqua: in fase inspiratoria si riscontra una notevole disfunzione del movimento di allungamento dorsale per paura del dolore e per la retrazione della cicatrice. In fase di bending laterale sinistro si evidenzia una notevole disfunzione rispetto al contro laterale di circa 30° in meno.
Classico caso di disfunzione posturale per cicatrice retraente.
Programma riabilitativo specifico:
- Esercizi respiratori in decubito laterale controlaterale per migliorare la mobilità costale e la mobilizzazione della fascia
- Mobilizzazione manuale della cicatrice
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- Mobilizzazione della cicatrice con l’aiuto della cupping therapy: meccanismo d’azione
La tecnica consiste nel creare un vacuo all’interno di un serbatoio (vetro, bambù, bachelite o plastica) appoggiato sulla pelle, che attira il tessuto superficiale, favorendo lo smaltimento delle tossine e dei liquidi in esubero. E’ stato dimostrato che il corpo viene interessato fino a quattro pollici di spessore dei tessuti, generando i seguenti effetti:
- a) iperematizzazione locale anche per più giorni
- b) effetti riflessi su organi distanti
- c) mobilizzazione del tessuto connettivo subdermico
- d) liberazione dei vasi linfatici “schiacciati
- e) mobilizzazione delle tossine e dei liquidi eccedenti
- f) aumento del metabolismo e miglioramento del rifornimento di ossigeno
- g) Stimolazione del sistema immunitario e dei processi di riassorbimento nella pelle necessari per l’eliminazione delle tossine dai tessuti connettivali.
4) rieducazione posturale globale:
è stata realizzata una riprogrammazione posturale che ha enfatizzato la “ritrovata” “mobilità” della cicatrice, che alla fine non costituisce più un ostacolo al movimento “libero”. Sono stati utilizzati in maniera particolare esercizi davanti allo specchio.
5) taping kinesiologico Bellia System
La superficie corporea coperta dal taping kinesiologico, in modalità decompressiva forma convoluzioni nella pelle che aumentano lo spazio interstiziale e, riducendo la pressione, permettono al sistema linfatico e sanguigno di drenare liberamente i fluidi. Si viene così a creare un “volano” di azioni che permettono al corpo di auto guarirsi biomeccanicamente.
e) conclusioni e considerazioni
Dopo aver fatto un’analisi funzionale iniziale si è proceduto per cercare di “scollare” la cicatrice nelle zone dove risultava retraente.
Il programma riabilitativo adottato ha consentito un indubbio miglioramento a carico della funzionalità globale. Inoltre è migliorata notevolmente la postura e la sintomatologia dolorosa a livello toracico.
Attraverso tecniche specifiche di intervento sulla mobilizzazione delle strutture connettivali (cheloidi, retrazioni fasciali, densificazione muscolare, ecc.) si è reso possibile agevolare la mobilità del tronco, e della zona dorso-lombare.
Questo lavoro originale sul trattamento riabilitativo delle cicatrici retraenti post chirurgiche è stato condotto seguendo lo spirito della ricerca di modalità innovative per migliorare l’iter riabilitativo ed ottimizzare i tempi, sempre nel rispetto delle condizioni del paziente.
- f) bibliografia e sitografia
- Bellia – Generalità sull’applicazione del taping kinesiologico –
Bergamo 2008 –
- Bellia – Traumatologia nel pattinaggio a rotelle corsa: utilizzo dell’InterX e del taping kinesiologico nei piccoli traumi da sport.– Bergamo 2008 –
- Rosario Bellia– Il taping kinesiologico: un metodo molto efficace anche nel pattinaggio a rotelle specialita’ corsa. di. 2006
- Rosario Bellia –La sindrome del compartimento anteriore della gamba, un male che affligge tanti pattinatori.-
- Rosario Bellia – Trattamento riabilitativo dopo trasposizione del tendine rotuleo secondo Fulkerson – 2009
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