La Magnetopuntura aiuta a ristabilire lo stato di salute
Molti popoli antichi, tra cui i cinesi, gli indiani, romani, gli arabi, gli ebraici e le antiche dinastie egizie, utilizzavano i magneti per le loro proprietà terapeutiche. Anche lo stesso Aristotele ha scritto circa le proprietà terapeutiche dei magneti naturali. Aristotele e Plinio decantavano le proprietà terapeutiche del magnete, che veniva impiegato in particolare per purgare, contro la gotta, le malattie degli occhi, ma anche l’utilizzo apotropaico, per preservare dai malefizi.
L’utilizzo dei magneti a scopo terapeutico giunge poi fino al XV secolo con gli studi di Paracelso.
Samuel Hahnemann, creatore dell’omeopatia, sperimentò l’uso dei magneti a scopi terapeutici consigliando l’uso di questi per il trattamento di un gran numero di malattie.
Quasi un secolo dopo, nel 1954, Linus Paulding ha ricevuto il Premio Nobel per la chimica per la scoperta delle proprietà magnetiche dell’emoglobina presente nel sangue che contiene ferro.
Negli ultimi anni si segnalano studi condotti presso l’ospedale di Saint Michel a Parigi. In Italia, il professor Marchesan (UIM Milano) e il professor De Luca (Università Napoli, stanno studiando gli effetti sul rallentamento dello svilupparsi dei tumori, attenzione: non per la guarigione). Nel campo della terapia magnetica si muovono anche il professor Flavio Acquistapace (cardiologo, ricercatore e attuale direttore del Comitato Scientifico) e la professoressa Liliana Jervolino a Padova.
Nel 1996, in Inghilterra, si è svolto il primo convegno mondiale di magnetoterapia.
Nel 2004 il British Medical Journal ha pubblicato uno studio sulla cura di osteoartrosi basato su un campione di 194 uomini e 230 donne per 12 settimane presso il Plymouth Hospital.
Alcuni batteri che vivono nell’acqua sono influenzati dai campi magnetici, e nel loro organismo sono presenti piccoli cristalli di magnetite; tale sensibilità viene denominata magnetotatismo o magnetotassia. Anche alcuni insetti, uccelli, i tonni e i delfini hanno nel loro corpo delle cellule magnetiche: i magnetosomi.
La magnetoterapia a campo stabile consiste nell’uso dei magneti, ovvero calamite, di varie dimensioni e potenza magnetica, poste su aree del corpo. I magneti usati oggi possiedono un potere di emissione del campo magnetico anche 30-40 volte maggiore di quelli del tempo di Galileo.
La magnetoterapia stabile è stata utilizzata dagli egizi, dai cinesi, dagli antichi romani e dai popoli del medioevo fino ai giorni nostri.
Il magnete è un metallo magnetizzato, nel nostro caso protetto da uno strato di plastica atossica. Il magnete ha due poli, uno positivo ed uno negativo. Talvolta nello stesso lato troviamo sia il polo positivo che il negativo. Parliamo in questo caso di calamita a lati bipolari.
Ogni magnete deve comunque possedere due poli, i quali sono talvolta separati (lati monopolari), talvolta uniti. I poli vengono definiti anche come “nord” e “sud”, ma siccome alcune scuole li definiscono in modo opposto, la dizione “positivo” e “negativo” risulta più chiara per tutti.
Il potere dei magneti si misura in Gauss o, soprattutto nei grandi elettromagneti industriali, in Tesla.
L’intensità magnetica si può classificare come segue: Molto bassa: 100-300 Gauss Bassa: 300-700 Gauss Media: 1000-2500 Gauss Alta: 3000-6000 Gauss Massima: 7000-12300 Gauss .
L’azione della calamita impregna varie sostanze di influsso magnetico (ovvero eccita e ordina gli elettroni delle medesime), per cui i tessuti del nostro corpo, sensibili a quest’azione, vengono stimolati. Tali sostanze sono soprattutto il ferro – contenuto nell’emoglobina in misura del 5% rispetto alla massa della stessa – e secondariamente l’ossigeno. Anche i gas infatti possono essere sensibili all’azione magnetica, anche se più debolmente dei metalli.
Il magnetismo nell’uomo
L’uomo è un essere biomagnetico e come tale sensibile alle carenze, agli sbalzi e fluttuazioni del magnetismo terrestre.
La terre perde ogni anno lo 0,05% del suo magnetismo, e per molte persone questa carenza può rappresentare uno squilibrio magnetico con conseguenti disturbi organici.
Il flusso magnetico penetra nella cute per 2- 5 centimetri .
La scienza ha scoperto nel nostro corpo, come in quello di alcuni animali, minutissimi cristalli, quasi microscopici, di una sostanza definita magnetite biogenica, ovvero microcristalli ad azione magnetica prodotti dal nostro stesso organismo (biogenici).
Un trattamento efficace in magnetoterapia : il potere in Gauss del magnete, cioè la sua forza di attrazione, misurabile da uno strumento chiamato gaussometro o magnetometro, inoltre il tipo di polo utilizzato; la dimensione della calamita, l’area su cui è posta e infine il tempo d’esposizione.
In genere è più utilizzato il campo negativo, soprattutto da quando, nel 1973 in America, in un’università del New Jersey, è stato dimostrato scientificamente che i due poli hanno effetti diversi su colonie di batteri, confermando la tradizione, che già dai secoli scorsi ha visto nel polo negativo il potere antinfiammatorio. I poli positivo e bipolare esercitano invece un’azione di stimolo, fino a giungere, in alcuni casi, all’infiammazione.
Applicazioni
Quando un organo è ammalato, si rilevano delle anomalie nei campi elettromagnetici, ed attraverso la riflessologia e l’agopuntura si opera direttamente su centri energetici particolari, in grado di trasformare le cariche elettromagnetiche dell’organismo. Questo mutamento porta ad un riequilibrio non solo di tipo magnetico, ma anche biologico, promuovendo la variazione di alcune sostanze chimiche.
Questi cerotti magnetici devono essere lasciati in loco per alcuni giorni. La loro azione terapeutica (di tipo magnetico) si ricollega alle antiche conoscenze della magnetoterapia in uso in tutti i paesi del mondo, e della quale Paracelso prima e Mesmer dopo, furono i precursori .
I magneti da utilizzare in genere erogano un campo magnetico di 2000 – 2500 gauss.
Questi magneti hanno un polo Nord nella faccia che va a contatto con l pelle. Il loro effetto è principalmente analgesico e vengono usati quando il disturbo è ben localizzato.
Si usano dei cerotti con magneti bi polari Giapponesi e vengono utilizzati in diverse modalità:
a)utilizzati sui punti energetici (MTC)
- b) sui trigger point
- c) in abbinamento (due tre magneti) per formare dei piccoli e deboli campi magnetici però stabili che rimango applicati fino a 7 giorni.
Nella versione MTC si parla di “magnetopuntura”.
Personalmente uso la versione sui TP: prima scelgo di disattivare il punto primario o secondario che ho identificato e poi lo tratto con una tecnica (pressione ischemica, MOXA, …….) e per concludere applico il magnete adesivo oppure il taping kinesiologico o il cross tape. Uso anche formare il campo elettro magnetico nelle forma dolorose “difficili”. Questi magneti sono molto utilizzati in oriente e a mio parere possono essere un valido aiuto al trattamento fisioterapico che è stato realizzato in precedenza.
Per quale ragione il magnete ha effetto terapeutico?
U magnete è un metallo magnetizzato, nel nostro caso protetto da uno strato di plastica atossica. Il magnete ha due poli, uno positivo e uno negativo. Talvolta nello stesso lato troviamo sia il polo positivo che il negativo. Parliamo in questo caso di calamita e lati bipolari. Ogni magnete deve comunque possedere due poli, i quali sono talvolta separati (lati monopolari), talvolta uniti. I poli vengono definiti anche come “nord” “sud”, ma siccome alcune scuole li definiscono in modo opposto la dizione “positivo” e “negativo” risulta più chiara per tutti. Il potere dei magneti si misura Gauss o, soprattutto nei grandi elettromagneti industriali, in Tesia. Ai fini dell’utilizzo pratico, l’intensità magnetica si può classificare come segue: molto bassa 100-300 Gauss, bassa 300-700 Gauss, media 1000-2500 Gauss, alta 3000-6000 Gauss, massima 7000-12300 Gauss. Anche la dimensione, cioè la massa, ovvero se il magnete è di dimensioni grandi o piccole, riveste una certa importanza. L’azione della calamita impregna varie sostanze di influsso magnetico (ovvero eccita e ordina gli elettroni delle medesime) per cui i tessuti del nostro corpo, sensibile a questa azione, vengono stimolati. Tali sostanze sono soprattutto il ferro, contenuto nell’emoglobina in misura del 5 % rispetto alla massa della stessa e, secondariamente, l’ossigeno. Anche i gas infatti possono essere sensibili all’azione magnetica, anche se più debolmente dei metalli . Tenendo presente che il flusso magnetico penetra nella cute per 2-5 cm, è comprensibile che qualche effetto si verifichi. Pochi sanno inoltre che la scienza ha scoperto nel nostro corpo, come in quello di alcuni animali, minutissimi cristalli, quasi microscopici, di una sostanza definita biogenica, ovvero microcristalli ad azione magnetica prodotti dal nostro stesso organismo (biogenici).
Quali sono i fattori cruciali per un trattamento efficace in magnetoterapia?
Primariamente il potere in Gauss del magnete, cioè la forza di attrazione, misurabile da uno strumento chiamato gaussometro o magnetometro, inoltre il tipo di polo utilizzato; la dimensione della calamita, l’area su cui è posta e infine il tempo a disposizione. In genere è più utilizzato il campo negativo, soprattutto da quando nel 1973 in America, in un’università del New Jersey, è stato dimostrato scientificamente che i due poli hanno effetti diversi su colonie di batteri, confermando la tradizione, che già da secoli scorsi ha visto nel polo negativo il potere antinfiammatorio. I poli positivo e bipolare esercitano invece un’azione di stimolo, fino a giungere in alcuni casi, all’infiammazione.
I magneti ricavati da questo nuovo elemento chimico naturale, danno origine a campi magnetici permanenti ad alta energia e profonda penetrazione quindi si collocano al primo posto nella terapia di molte patologie dolorose. La loro potenza consente di ridurne le dimensioni e facilita il loro utilizzo permanente in tutte le parti del corpo che richiedono energia magnetica. Ricerche scientifiche avanzate hanno provato che il magnete al “neodomio” da risultati terapeutici in tempi dieci volte è più brevi dei comuni magneti permanenti.
Beneficiano in modo sorprendente della terapia magnetica le patologie dolorose di natura infiammatoria ( reumatismo, artrite, sciatica, ecc.), di natura traumatica e post operatoria, le emicranie, ecc. ; i processi di cicatrizzazione e di consolidamento osseo che sono notevolmente accelerati: la cura la prevenzione dell’osteoporosi come coadiuvante; il ripristino dello stato naturale di energia del corpo umano.
La magnetoterapia è un trattamento sicuro, economico e non ha nessuna controindicazione e quindi rappresenta un’eccellente alternativa alle cure farmacologiche. L’applicazione dei magneti al Neodomio costituisce oltre che una cura a se stante, un’ideale trattamento permanente di sostegno tra i cicli di magnetoterapia eseguiti mediante apposite macchine in centri specializzati.
Avvertenze:
I magneti non possono essere applicati su portatori di pacemaker e sulle donne in stato di gravidanza.
Tenere i magneti lontano da cassette musicali e video il cui contenuto rischia di essere cancellato.
I supporti in tessuto dei magneti: bande, cintura, materassino, fodera biomagnetica per sedili di auto ecc, vanno lavati esclusivamente a mano in acqua fredda, con sapone neutro e detersivi delicati.
Può comunque capitare che alcuni soggetti ipersensibili ai campi magnetici, si abbiano sensazioni spiacevoli tipo nausea, nervosismo, ansia. In questi casi bisogna diminuire la dimensione e la potenza del magnete, e accorciare il tempo di applicazione.
Le metodiche più utilizzate in magnetoterapia: si utilizzano magneti anche sotto forma di collane e bracciali, materassini magnetici (molto amati dai gatti da appartamento…), cinture e molti altri; ne vengono inseriti perfino nell’imbottitura del reggiseno. Le metodiche di trattamento professionale sono varie.
- E’ un metodo semplice e facile. Utilizza bande di plastoferrite a poli alterni a bassa potenza, opportunamente preparate in fasce per le articolazioni. Richiede l’applicazione di almeno 8 ore al dì, per cicli ripetibili di tre settimane.
- Magneti permanenti I magneti sono di varie dimensioni, in genere con potenza medio alta. La polarità utilizzata e il tempo di applicazione sono importanti. In genere con i tempi minimi di applicazione, per i magneti di maggiori dimensioni e potenza, sono di circa 20-30 minuti 2-3 volte alla settimana.
- Kinesiologia E’ un metodo che utilizza i magneti dopo aver fatto una valutazione specifica per individuare le disfunzioni organiche. il precedente. Per stabilire i punti di applicazione, nonché per valutare l’andamento della terapia, esso si serve dell’indagine kinesiologica.
- Drenaggio Linfatico Derivato dalla scuola australiana, è di supporto ai due precedenti; utilizza la magnetopuntura a dimora nelle maggiori aree dei gangli linfatici.
- Magnetopuntura Si utilizzano magneti circolari di dimensioni minute e di alta potenza, detti “magnetini”, fissati sui punti d’agopuntura con cerotto adesivo. Restano sulla cute sei giorni su sette. La terapia prevede l’applicazione per settimane o mesi.
- Metodo Bansal Due magneti circolari o a mattonella ad alta potenza, monopolari, sono disposti a poli opposti sulla/e mano/i e/o sul/i piede/i, creando un “circuito” energizzante. Applicazioni da 10 a 30 minuti, tutti i giorni o alcune volte alla settimana, talora per mesi.
- Chakra terapia Secondo la scuola indiana del Dr. Bengali, il paziente viene trattato circa 20-30 minuti, 2-3 volte alla settimana, sulle aree vertebrali, sulla fronte e all’apice del capo, nelle aree considerate ai chackra ayurvedici e della scuola teosofica. Negli Stati Uniti la magnetoterapia è la disciplina naturale in maggior espansione. Esistono sperimentazioni mediche che ne comprovano il valore terapeutico? Certamente, la letteratura scientifica internazionale è ricca. Alcune indagini sono state compiute anche in Italia. A titolo di esempio, una sperimentazione su 60 pazienti (30 con cervicalgie e 30 con disturbi lombo-sacrali rispettivamente) si è conclusa nella primavera 2000 all’Ospedale S. Camillo-Forlanini di Roma, a cura del primario del reparto di reumatologia, prof. Francesco Porzio. I risultati confermano che l’utilizzo di campi prodotti per mezzo di fasce e cinture di plastoferrite (il metodo più dolce a disposizione) è capace di produrre un effetto antalgico in grado di affiancare utilmente la terapia farmacologia tradizionale e talvolta di sostituirla.
La magnetoterapia può avere effetti collaterali negativi?
Questo tipo di magnetoterapia, a campo stabile, è stato riconosciuto da una perizia medico legale redatta su incarico dei “Centri Formativi Associati” di Padova (www.centroinformativiassociati.com), – un’organizzazione rivolta alla formazione di operatori della medicina naturale/naturopatia e alla loto tutela – come sicura se effettuata o consigliata da figure professionali preparate, quali medici, fisioterapisti, naturopati, osteopati, chiropratici, farmacisti, erboristi, e altre. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è espressa ritenendo sicuri influssi ben maggiori, ad esempio quelli della Risonanza Magnetica Nucleare.
Vi sono tuttavia delle attenzioni particolari che è meglio seguire. Cercando di proporre un paragone, se utilizziamo il centrifugato di carota nella misura di un bicchiere al dì, può essere salutare; dieci bicchieri potrebbero generare problemi digestivi. In magnetoterapia non è diverso. Dal punto di vista giuridico, mi risulta che le calamite siano sussidi esitabili nelle erboristerie, farmacie e sanitarie. Alcune cinture magnetiche e cuscini per auto le ho notate anche in alcuni supermercati.
Gli sportivi sono fra i più grandi «estimatori» della magnetoterapia pulsata, una terapia fisica usata da anni in caso di fratture: traumi a ossa, articolazioni e legamenti sono all’ordine del giorno per chi pratica attività sportiva per” over use”, così spesso campioni e amatori scelgono trattamenti che sfruttano i campi elettromagnetici intermittenti per ridurre dolore e infiammazione. L’Italia è all’avanguardia nel settore e ha sfornato di recente due studi sulle nuove applicazioni della magnetoterapia, sperimentata per la prima volta dopo interventi artroscopici al ginocchio per migliorare il recupero dell’articolazione.
Le ricerche, condotte dal gruppo di studio italiano Cartilage Repair and Electrical Stimulation – guidato dal prof. Francesco Benazzo, consulente ortopedico dell’Inter -, indicano che il trattamento riduce dolore e infiammazione, preserva la cartilagine e garantisce un ritorno più veloce alla piena funzionalità. Il primo studio raccoglie i dati di 34 pazienti con lesioni alla cartilagine del ginocchio, sottoposti a un’abrasione del tessuto in artroscopia: 90 giorni di magnetoterapia hanno diminuito drasticamente l’uso di antinfiammatori e accelerato il recupero. Stessi risultati dal secondo studio, su 60 persone a cui è stato ricostruito per via artroscopica il legamento crociato anteriore. Secondo gli autori la magnetoterapia, applicabile anche ad altre articolazioni (spalla, gomito), può addirittura dimezzare i tempi di ripresa. Massimo Manara, medico sportivo del Milan che usa da tempo la magnetoterapia pulsata su campioni e gente comune, commenta: «La terapia toglie il dolore e i pazienti riescono a fare riabilitazione meglio, esercitandosi di più: per questo i tempi di recupero possono accorciarsi. Gli strumenti sono portatili e lasciano libertà di movimento: un vantaggio perché a seconda dei casi l’apparecchio va indossato per 4, 6 o perfino 8 ore; inoltre, occorrono almeno 30, 40 giorni per avere un risultato. In compenso la cura non ha effetti collaterali». Anche per questo è controindicata in pochi casi, ad esempio in chi porta un pacemaker (i campi magnetici potrebbero mandarlo in tilt) o sulle donne in gravidanza, dove le cautele non sono mai troppe.
Secondo i fautori la cura magnetica sarebbe adatta pure in caso di artrosi, cioè se c’è una degenerazione cronica della cartilagine. Il presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia, osserva: «La terapia può avere un’azione antinfiammatoria e stimolare la crescita della cartilagine, ma non la ricostruisce: può accelerare la guarigione in lesioni iniziali, dopo trapianti di cartilagine o in caso di ricostruzione di tendini o legamenti. Inoltre gli studi sono incoraggianti, ma sono ancora pochi».
Questo articolo è stato elaborato con il materiale tratto da alcune pubblicazioni che si trovano in rete e con la riflessioni personali delle applicazioni realizzate durante la pratica clinica.
Bibliografia e sitografia:
http://www.aemetra-valeriosanfo.it/magnetoterapia.html#Magnetoterapia-Introduzione
http://it.scienza.medicina.narkive.com/8Y9rmtWV/magnetoterapia-a-contatto
- Intervista del Fabio Ambrosi Medical Naturopath
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.